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Eero Saarinen

architetto - designer (1910-1961)

Eero Saarinen nasce in Finlandia nella città di Kirkkonummi. Studia a Parigi alla Académie de la Grande Chaumiére e alla Yale University in New Haven, Connecticut.

Trasferitosi negli Stati Uniti nel 1923, si diplomaa Yale nel 1934, diventa partner di lavoro di suo padre, il noto designer Eliel Saarinen, figura di grande importantza nell'espressione Nordica del movimento europeo Art Nouveau, affermando presto la propria personalità.

Eero Saarinen inizialmente concentrò la propria attenzione sulla scultura, la sua forma di espressione artistica preferita, e dopo aver frequentato per un anno una scuola d'arte, cominciaad interessarsi anche all'architettura e decide di diventare un architetto. Una gran parte del suo lavoro mostra relazioni con la scultura.

Sviluppa con successo un ampio assortimento di creazioni di architettura e design tramite l'esperimentazione con colore, forma e una lista infinita di materiali.

Eero Saarinen è sempre stato fautore dell'inovazione nella creazione di strutture e forme sculturali con un approccio pragmatico alla funzionalità di quanto prodotto, e ai requsiti per la produzione.

E' stato in grado di lavorare in armonia sia con le convenzioni e gli stili internazionali che con il proprio tipo di espressionismo.

Uno dei suoi lavori più impegnativi in campo architettonico è il centro tecnico della General Motors a Warren, cittadina del Michigan completato nel 1955, nel quale si avvertono le indicazioni del razionalismo industriale di Mies van der Rohe, ma in forme meno classicistiche.
Dello stesso anno sono la cappella e il Kresge Auditorium al Massachusetts Institute of Technology che segnano per Saarinen l'acquisizione di un linguaggio più coerente e personale.

Dopo questi inizi di ricerca eclettica tra razionalismo e romanticismo di derivazione scandinava, Saarinen si impone nella nuova architettura statunitense con lo Yale Hockey Rink a New Haven, terminato nel 1958, specie di immenso dinosauro in cemento armato, espressivo non solo nella forma ma anche nello spazio interno.

Questa conquista spaziale ed espressionistica fu confermata dall' aeroporto Dulles a Washington, ma soprattutto nel suo capolavoro, il terminal della TWA nell'Aeroporto internazionale John F. Kennedy a New York (terminato postumo nel 1962) leggerissimo ed espressivo fascio d'ali in volo posato a terra, nel quale lo spazio interno è plasmato e modellato in ogni particolare.